Visita al Museo e al Ghetto ebraico di Bologna

5 OTTOBRE 2017

La visita guidata al Museo e al Ghetto ebraico di Bologna è stata utile per approfondire di persona le tematiche affrontate dal prof. Mauro Perani, ordinario di Ebraismo, durante la lezione che si è svolta il 5 ottobre 2017 nella sala conferenze del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Bologna-sede di Ravenna.

Con questo docente abbiamo ripercorso l’antichissima storia del popolo ebraico, che ha circa 3 mila anni. Si è stabilito in Palestina a partire dal 1250 a.C. ma non ha avuto mai un proprio Stato, dominato nel tempo da Assiro-Babilonesi, Persiani, Greci e Romani (questa sottomissione è stata interpretata spesso come una punizione divina). Gli Ebrei hanno dunque vagato alla ricerca della “Terra Promessa” loro da Dio (JHVH). Nei secoli, questo popolo è stato perseguitato per vari motivi: una religione che considera il Messia non come Dio o figlio di Dio, ma Colui che ha promesso l’indipendenza dai Romani. Poi, la tendenza di cercare un capro espiatorio, spesso in una minoranza, a cui attribuire le difficoltà e i mali di una società.

A Bologna, la guida ci ha illustrato per prima cosa la storia degli Ebrei in città, dove sono arrivati nel 1300 e hanno fondato delle comunità guidate da un “Minian”. Comprendevano almeno 10 maschi che avevano fatto il Bar Mitzvah a 13 anni; avevano un proprio cimitero e almeno una sinagoga, luogo di culto e di ritrovo. Inizialmente, a Bologna non vi furono scontri tra Cristiani e Ebrei, che svolgevano un importante compito: la gestione dei banchi di prestito, vietata ai Cristiani, oltre a essere medici, stracciaroli e artigiani.

Questa convivenza pacifica venne però interrotta da papa Paolo IV nel 1555: una Bolla papale fece rinchiudere gli Ebrei bolognesi nei ghetti, zone delimitate da cancelli (serragli). A Bologna il ghetto era collocato al centro della città per facilitarne il controllo. Per questo, gli altri cittadini furono sfrattati dalle proprie abitazioni, occupate dalla popolazione ebraica, che però non poteva possedere immobili. Questa doveva portare un segno di riconoscimento, poteva uscire dal ghetto solo durante il giorno. Infine, nel 1593 gli ebrei vennero cacciati da Bologna e i cristiani tornarono alle loro case nel centro della città.

La seconda parte della visita a Bologna ha trattato invece il tema della diaspora in Europa, con una distinzione fra le diaspore degli Ebrei: quella antica fu una dispersione volontaria in tutto il mondo, mentre quella che iniziò nel 70 d.C. venne forzata dall’Impero romano.

In Europa, la diaspora è iniziata con 2 grandi gruppi: i Sefarditi, che parlavano il ladino, vennero cacciati dalla Spagna, mentre gli Aschenaziti, che parlavano lo yiddish, dalla Germania si spostarono in Polonia e in Russia, dove andarono a costituire il ceto medio. In Turchia, Grecia e Nord Africa, zone dominate dall’Impero ottomano, godevano invece di libertà di culto e di professione.

In Italia, dopo il 1861, gli Ebrei avevano pari diritti e doveri degli italiani, ma la situazione cambiò drasticamente con l’approvazione delle leggi razziali del 1938: non avevano più alcun diritto e iniziarono a essere perseguitati, fino alla deportazione.